Puglia: cuore di campo

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Arte, natura, cultura e ottimo cibo. Nel parco nazionale dell'alta Murgia va in scena il primo festival della Ruralità, in 13 comuni. Incontri in masseria, tour inediti e strade panoramiche. Dall'Adriatico allo Ionio.

Turismo dolce, cucina autentica, paesaggio puro, identità culturale e prodotti bio. La Puglia si riappropria della sua ruralità e organizza un festival internazionale. Così, se Modena ha la filosofia, Mantova promuove la letteratura e Genova gli eventi legati alla scienza, il Parco Nazionale dell’Alta Murgia mette al centro la campagna e si prepara ad accogliere, dall’8 al 12 maggio il primo Festival della Ruralità, destinato a diventare un appuntamento fisso nei tredici comuni del Parco. Cinque giorni di incontri in masseria, mercatini di prodotti tipici, laboratori didattici, percorsi del gusto e aperitivi letterari. La Puglia di campagna è perfetta anche in primavera, per il ponte di aprile: arte e cultura, natura e identità del territorio, sapori e strade panoramiche per la fioritura dell’entroterra. La propone l’agenzia di promozione regionale con il progetto Discovering Puglia: oltre seicento attività gratuite per esplorare gli altri tesori della regione oltre al mare. Secondo Stanley Stewart, del quotidiano inglese Sunday Times, questa è la regione ideale per chi ama natura, percorsi slow e vacanze in bici. Tra i punti di forza, il suo “fascino rilassato” e l’ottima cucina locale. E in quanto al cibo d’eccellenza, il giornalista inglese ha ragione, se addirittura i giapponesi hanno deciso di duplicare a Tokyo (aprirà a giugno) un celebre ristorante della provincia di BAT.



L’itinerario si snoda dall’Adriatico allo Ionio, da Bari (piena di novità e di vita) alla Murgia, fino alle spiagge di Ginosa Marina, al confine con la Basilicata. Un viaggio alla scoperta di paesaggi forti, chef-contadini, alberghi diffusi e produttori di nicchia. Non si può non dedicare almeno una giornata a Bari, città in fermento, con ristoranti stellati e angoli inaspettati.

 

Per chi si ferma la notte, ci sono tantissime tipologie di strutture ricettive: residenze storiche, con appartamenti e camere spaziose, mix di passato e futuro, nel pieno centro storico di Bari, dalle cui terrazze lo sguardo si perde sui tetti di Bari vecchia, con lo sfondo della Cattedrale, la cupola di Santa Teresa dei Maschi, oggi Biblioteca per la Cultura e per le Arti; splendidi b&b, per poter vivere in un'atmosfera familiare. Pochi passi fino a piazza Mercantile per il pranzo nelle locande: nelle antiche stalle, nei palazzi ottocenteschi si gustano i piatti più tradizionali, orecchiette, fave e cicorie in crosta di pane, stinco al Primitivo. Per la sera si può scegliere una delle tante vinerie della città.

Vento e mare accarezzano mura e palazzi, sul lungomare più esteso d’Italia, dove sfilano architetture diverse, dal Liberty del Teatro Kursaal Santa Lucia all’eclettico Palazzo della Provincia, fino al Grande Albergo delle Nazioni, storico hotel anni Trenta, ritrovo di aristocratici, artisti e capi di Stato, dichiarato patrimonio storico dal Ministero per i Beni culturali. Un accurato restauro ha appena trasformato il Transatlantico, come lo chiamano i baresi, nell'unico 5 stelle della città. Il tema del restyling è il film Polvere di stelle, con Alberto Sordi e Monica Vitti, girato al Teatro Petruzzelli negli anni Settanta.



Una quindicina di minuti in auto e si arriva a Torre a Mare, borgo di pescatori con pescherecci colorati alla fonda, davanti alla quinta di vecchie case color pastello. Per i piatti di pesce si va nei tanti ristoranti tipici di questo piccolo ma bellissimo centro.



Poi inizia il viaggio verso l’entroterra, alla scoperta dei sapori della Murgia: prima tappa, poco fuori Andria, è un tipico ristorante, inserito nella Guida Michelin, il cui chef  parte dalla tradizione e fa ricerca, mescola tecnica e fantasia, resta ancorato al territorio, ma gioca con gustose provocazioni: nascono così il polpo ricotto nei ceci, lo spaghettone primo grano pugliese con aglio, olio e polvere di peperone crusco con cicale nostrane e il millefoglie all’extravergine di Coratina con mousse di patate e mela cotogna. Il ristorante è al pianoterra di una villa ottocentesca, un tempo usato come frantoio: volte in pietra a vista e pavimento di chianche, ma arredi minimal-chic. D’estate si cena fuori, nel verde, a due passi dall’orto.



Procedendo verso Minervino Murge si incontra una masseria settecentesca: ortaggi, frutta e uova sono di produzione propria. Squisita la zuppa di cicerchia e zucca. Meno di un’ora d’auto da Minervino e si entra nella zona delle gravine, veri e propri canyon con crepacci profondi scavati nella roccia, grotte naturali, pareti scoscese e terrazze a mezz’aria. Gravina in Puglia è famosa per il fungo cardoncello, difficile da trovare oltre i confini della regione: orecchiette di grano arso con pomodoro fresco e guanciale su purea di fave e funghi.



Chi viaggia con i bambini, avrà la possibilità di scegliere fra le tante masserie didattiche della Puglia: camere, tanto verde, cucina locale, escursioni a cavallo e laboratori didattici. Una bella scelta di proposte di trekking e itinerari in mountain bike si trova a Ruvo di Puglia, all’info point Officina del Piano del Parco Nazionale dell’Alta Murgia: passeggiate agro-ecologiche e percorsi guidati che portano a visitare le ex cave di bauxite e le vicine doline, o il Pulo di Altamura, ricco di grotte abitate dall’uomo già 5000 anni fa. Apre a primavera anche il percorso ciclopedonale Jazzo Rosso – San Magno – Castel del Monte, con sette itinerari per un totale di circa 65 chilometri. Palazzi e chiese arricchiscono il centro di Altamura, fino alla Cattedrale dell’Assunta, voluta da Federico II, con un portale fra i più belli di Puglia. 

Poco più di mezz’ora e si passa dalla Murgia barese a quella tarantina: Laterza, con i suoi 12 chilometri, è il canyon più grande d’Europa. Per escursioni in questo paesaggio suggestivo bisogna rivolgersi all’Oasi Lipu. Poi tocca a Ginosa, ancora un centro storico scavato nella roccia tufacea, con grotte abitate fino al Cinquecento, chiese rupestri, case con orto-giardino, vicoli. Panorama suggestivo, ma decadente. Nel quartiere Casale, dove è appena nato il primo albergo diffuso, il cui proprietario è noto in tutto il mondo per aver cucito la camicia del matrimonio del principe inglese William, trasferirà in estate il suo laboratorio di sartoria artigianale, da cui continuerà a cucire per reali e ministri. Per amore della sua terra, Inglese ha deciso di restare a Ginosa e investire sul territorio. Grazie a lui importanti personalità italiane e straniere hanno conosciuto il suo paese e ora si fa portavoce di un progetto per il recupero della lana di pecora pugliese, con l’idea di raccoglierla, filarla artigianalmente, tesserla su vecchi telai e produrre capi speciali. Al momento, l’albergo diffuso ha solo quattro camere, ma si sta lavorando per il recupero di altre otto, di un ristorante e di una spa nella grotta.

 

Fonte: Corriere della sera

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