Tra mare e Trulli, incanto d'Itria

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Un itinerario attraverso la valle pugliese, con i suoi borghi ricchi di storia. Da Alberobello a Locorotondo fino a Martina Franca, una terra da scoprire

Un tempo le signore della nobiltà si affacciavano ai balconi per ammirare o controllare il via vai di persone in basso. Le loro gonne ampie, sostenute da cerchi e crinoline, arricchite da pieghe, sbuffi e fiocchi, s'incastravano alla perfezione tra le ringhiere in ferro battuto dalla forma panciuta, dette "a petto d'oca" proprio per la particolare conformazione ma anche perché le nobildonne si pavoneggiavano da quassù. Oggi sono le turiste a rivolgere lo sguardo verso l'alto per ammirare quelle eleganti inferriate e fantasticare su un periodo di opulenza che aveva reso Martina Franca una delle cittadine pugliesi più eleganti, durante il Settecento. Al posto dei colori dei vestiti, ci sono piante e fiori, soprattutto petunie fucsia e bianchi.

Martina Franca è definita la "perla della Valle d'Itria", così nobile con i suoi palazzi e i motivi decorativi sinuosi sulle finestre, che sembrano ricami in pietra e evocano il barocco ma che da queste parti chiamano "barocchetto". Su tutto spicca il palazzo ducale (in piazza Roma, attualmente sede del Comune) per la cui costruzione ci vollero oltre cento anni (tra il 1668 e il 1780). É tra i più belli del Sud, tanto che c'è chi ritiene che a disegnarlo sia stato il Bernini. Dorate parti rococò nelle sale preziose, alcune completamente affrescate: la sala dell'Arcadia si caratterizza per i richiami alla vita agreste. Un invito ad abbandonarsi alla natura, maestra di vita e prodiga nei suoi doni. Nella sala del Mito spicca "Ercole che libera Esione dal Drago" ed emerge il concetto della difesa dei più deboli.

Per una sosta golosa ci si ferma al Caffè Tripoli. Alle pareti della saletta interna campeggiano i manifesti pubblicitari di una volta. Da non perdere l'assaggio dei bocconotti ripieni di amarene nella versione classica, o di crema, ricotta e pera nella versione più innovativa. Da provare anche la granita di mandorle e caffè con panna. Per smaltire le calorie c'è tutto il paese da girare a piedi (è uno dei pochi centri ad avere il centro storico chiuso al traffico).

 

Un angolo di Puglia da vivere, così come tutti i paesi della zona che abbracciano più province, tra Bari, Brindisi e Taranto. Ogni sabato, fino al 30 settembre, grazie all'iniziativa Open Days si possono fare visite guidate e gratuite, o godere di aperture straordinarie (fino alle 23).

Da Martina ci si può spostare a Locorotondo, inserito tra i borghi più belli d'Italia. Anche qui l'occhio è sempre rivolto verso l'alto per ammirare gli abbellimenti dei palazzi come un fregio, un riccio barocco, un capitello vicino la porta d'ingresso, pigne che adornano i balconi con una funzione propiziatoria. Il riverbero calcinante del sole e l'ombra degli archi da un palazzo all'altro. I vicoli stretti, fatti di chiancarelle, pietre levigate e piatte, che serpeggiano fra angoli e scalinate e il bianco delle pareti che abbaglia. Le case profumano di calce con i loro tetti spioventi – le cummerse – che danno l'impressione di un villaggio alla Hansel e Gretel ma di sapore Mediterraneo. Le donne sedute sulle scale delle proprie abitazioni sono intente nell'arte del ricamo. Le loro mani si muovono leggere, quasi facessero una danza che ipnotizza. Chiacchierino, tombolo, telaio sono le loro specialità per preparare il corredo per la figlia o alla nipote, una dote fatta di pezzi unici. E il candore del cotone bianco contrasta con gli abiti scuri spesso indossati per quei lutti che, da questi parti, sembrano non avere mai fine. Da qui la valle d'Itria si può far propria quasi tutta in un respiro. Basta affacciarsi al bel balcone lungo la passeggiata che costeggia il perimetro della cittadella e ammirare in un colpo d'occhio la spianata dei Trulli sottostante.

Per calarsi invece nel mondo dei trulli, non si può non andare ad Alberobello, patrimonio dell'Unesco. Ci sono più di 1400 casupole lillipuziane, perfettamente conservate e bianche come latte. Vengono rinfrescate con una mano di calce ogni anno. Si dice che la gente "allatti" le pareti, quando fa la tinteggiatura, dal dialetto "allatté" che significa, appunto, tinteggiare con la calce bianca che era usata come disinfettante ma era anche simbolo di candore e purificazione. I trulli sono concentrati in due zone: il rione Monti, quello più turistico, e quello di Aia Piccola, la zona più vera, fuori dai circuiti commerciali, ancora abitata. Per gli studiosi di esoterismo dovevano avere una funzione rituale e sacra, a iniziare dalla forma: circolare all'esterno, ma quadrata all'interno, la stessa utilizzata nell'arte talismanica a scopo protettivo. Vi si ritrovano segni e figure simboliche tracciate con latte di calce sul dorso dei tetti conici. Sono simboli magici ma anche pagani, primitivi e cristiani, come un cuore trafitto che indica il cuore della Madonna o il Sole-Cristo.

Curioso è pure il trullo "siamese" che ha una doppia forma ma unita. Si racconta che vi abitavano due fratelli. Questi, l'uno all'insaputa dall'altro, s'innamorarono di una stessa ragazza. La fanciulla aveva promesso fedeltà al maggiore, ma poi preferì il minore, tanto che la convivenza tra i due uomini divenne insostenibile. Così i due giovani furono costretti a dividere il trullo e aprire un'altra porta.

Impossibile resistere alla tentazione di stare ad osservare gli artigiani che nelle loro botteghe-trullo creano oggettini di pietra o vasellame. Oppure perdere ore ore tra le botteghe di souvenir. Verrebbe voglia di non muoversi più da questo posto fatato, ma la zona riserva ancora sorprese.

Tutta da scoprire Conversano, città d'arte e ricca di storia, che si snoda in contorte viuzze che sfociano in caratteristiche piazze. Una cittadina per secoli dominata dalle donne. Era la sede delle famose badesse mitrate, presso il monastero di San Benedetto, il cui potere spesso era anche superiore a quello vescovile. La Pinacoteca Comunale, collocata all'interno del Castello, accoglie dieci maestose tele che raffigurano episodi della "Gerusalemme Liberata" di Torquato Tasso e sono opera del napoletano Paolo Finoglio, pittore seicentesco. Al piano superiore si trova il museo di Moda e Costume (ingresso gratuito) per un tuffo nel passato. Una vera gioia per gli occhi tra abiti abiti da sera di seta nera con inserti di tulle sul corpetto o abiti da passeggio, impreziositi da perline dorate, coralli e pizzi. Una stanza è dedicata al matrimonio. Le spose della nobiltà non si vestivano di bianco per differenziarsi dal popolo. Quindi seta damascata color pastello e beige, con perle al corpetto di fattura napoletana del 1892, e una serie di accessori per la sposa, dal fazzoletto con bordo in pizzo, ai guanti, fino alle calze di filo, passando per il libro delle preghiere con copertina d'avorio.

Una volta in zona non si può non raggiungere Polignano a Mare, la patria di Domenico Modugno, uno dei più scenografici borghi della Puglia, proprio sul ciglio della scogliera, quasi si specchiasse sulle acque limpidissime dell'Adriatico. Nei pressi, le meravigliose spiagge di sabbia di San Vito e di ciottoli bianchi di Cala Paura e Cala Porto. L'arco marchesale introduce nella "piazza dell'orologio" con la sua antica meridiana dove campeggia la chiesa di S. Maria Assunta che conserva le reliquie del Santo Patrono Vito ed il presepe di Stefano da Putignano, monumento nazionale. Da provare un caffè speciale che fanno solo qui: un espresso corretto all'amaretto o alla panna, montato col vapore e completato da una buccia di limone. Infine, si raggiunge Castellana, con il centro storico fatto di palazzi gentilizi del XVII e XVIII secolo. Tra le numerose chiese spiccano: la Chiesa Madre, ricca di dipinti rinascimentali e barocchi e la Chiesa di S. Francesco d'Assisi che racchiude sorprendenti altari barocchi, adorni di statue in pietra e di intagli risalenti al XVIII secolo. Ma il fiore all'occhiello sono le grotte (www.grottedicastellana.it) che risalgono a circa 100 milioni di anni fa. Si toccano i 60 metri di profondità, in uno scenario magico di stalattiti, stalagmiti, fossili, cavità, formatesi dallo stillicidio dell'acqua e dal deposito di carbonato di calcio in tempi lunghissimi: la crescita delle stalattiti è di circa 1 centimetro in 50 anni, per le stalagmiti ci vogliono 100 anni per un centimetro. Vi è un percorso breve di un chilometro e mezzo e uno di tre chilometri che porta fino alla Grotta bianca, definita "la più splendente del mondo". Uno spettacolare laghetto racchiude una gemmatura di cristalli. Bianche e diafane stalattiti nelle quali la luce si riflette, rivestono ogni angolo della caverna. Un vero incanto della natura.

Fonte: viaggi.repubblica.it

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