La Settimana Santa Pugliese tra Riti Religiosi e Grastronomia Tipica
La Pasqua in Puglia è un mix di tradizioni e sapori antichi. Qui sono numerosi i riti della Settimana Santa, che rendono l’esperienza in Puglia unica, ricca di pathos, fede e sofferenza; tra questi citiamo
- I celebri Perdoni di Taranto, ovvero coppie di Confratelli del Carmine, che dalle 15:00 del Giovedì Santo escono dalla Chiesa di Maria Santissima del Monte Carmelo per un pellegrinaggio verso le Parrocchie del Borgo Antico e del Borgo Nuovo, dove vengono allestiti gli Altari della Reposizione. Particolare è ciò che indossano: sono scalzi e vestiti con un camice bianco, hanno un rosario nero appeso in vita con medaglie sacre ed un crocifisso, due scapolari con le scritte ricamate "Decor" e "Carmeli" in seta blu chiaro, un cappuccio bianco con due forellini all'altezza degli occhi.
- L’accensione del falò a Noicattaro svolto il Giovedì Santo, in cui sul sagrato della Chiesa della Madonna della Lama bruciano durante la notte ceppi secchi messi dai cittadini durante la Quaresima, come augurio per il raccolto nei campi. Questa tradizione riprende il simbolismo evangelico che ricorda il fuoco presso il quale Pietro rinnegò Gesù per tre volte.
- La Passione Vivente ambientata nello spettacolare scenario di Alberobello, organizzata da ben 45 anni ogni Venerdì Santo in cui più di duecento figuranti recitano dando voce ai Vangeli, su un palcoscenico naturale di pietra e di ulivi e lungo le strade del centro storico della “Capitale dei Trulli”.
- La processione del Venerdì Santo che si svolge di sera, detta dei “Misteri”, organizzata a Castellana Grotte dal 1880 che vede sfilare otto statue che rappresentano le varie scene della passione di Cristo per le vie cittadine. Queste ritraggono varie scene della vita di Gesù, come egli nell’orto degli ulivi, alla colonna, flagellato, che cade sotto la croce, Crocefisso, il Calvario, Gesù morto nella culla e infine, l’Addolorata.
- La processione della Madonna Addolorata del Venerdì Santo a Gallipoli, in cui pochi minuti prima di mezzogiorno i membri della confraternita, vestiti di nero e con un cero in mano, danno inizio alla processione. Uno di loro, il Correttore, sistema i confratelli lungo il percorso, preceduto dalla tromba e dal tamburo. Il rientro nella chiesa avviene in tarda serata, non prima di aver sostato sui bastioni per benedire il mare e i pescherecci.
Approfittando di tali eventi, non si può non vivere una di quelle esperienze da fare almeno una volta nella vita: soggiornare in un trullo, in modo tale d’ammirare la Puglia sotto un altro punto di vista. Proprio i trulli, infatti, sono considerati un prezioso tesoro simbolo della tradizione pugliese, e per questo visitarli significherebbe vivere un’esperienza autentica e unica.
I trulli hanno origini antichissime, molti risalgono alla fine del XVI secolo e sono nati come costruzioni contadine. Hanno una struttura fatta da un cilindro sormontato da un cono e hanno l’aspetto di abitazioni bianche a calce oppure in pietra viva, con il tetto grigio. Una delle loro principali caratteristiche è quella di rendere l’ambiente interno fresco d’estate e caldo d’inverno; quindi, sono praticamente perfetti in ogni stagione. Grazie alla loro storia e la loro caratteristica struttura sono stati riconosciuti patrimonio dell’UNESCO.
Se invece si preferisce entrare in contatto e godere dei sapori unici e genuini pugliesi, allora, è necessario provare la sensazione di essere ospitati in una di quelle masserie che affascinano così tanto i turisti provenienti da ogni parte del Mondo. La masseria è un tipico edificio rurale del XVI – XVII secolo, che ha rappresentato per secoli il tipo di azienda agricola o pastorale in Puglia, diventando per questo motivo simbolo della cultura contadina locale. Nonostante questo, le masserie furono realizzate con un grande gusto estetico ed architettonico, grazie agli artigiani e muratori che sapientemente lavoravano la pietra, il carparo o il tufo, che ha donato il classico colore bianco alle masserie rendendole luminose e riconoscibili da lontano.
In Puglia ce ne sono a migliaia, localizzate proprio nel bel mezzo della campagna pugliese e circondate da ulivi secolari, in modo tale da trasmettere la voglia di essere a contatto con la natura ai propri ospiti; spesso godono di una vineria privata, ideale per assaporare i prodotti locali. Insomma, le masserie sono l’ideale per chi vuole riscoprire il piacere di essere circondati dal verde lontani dalla vita frenetica, di mangiare bene e rilassarsi, il tutto, senza rinunciare al massimo del comfort.
Ciò che accomuna queste strutture, trulli e masserie, è senza dubbio la magnificenza e l’originalità del paesaggio e i colori che contraddistinguono il territorio pugliese.
Dal punto di vista culinario, la tradizione conquista anche a tavola: i piatti e soprattutto i dolci che si preparano nei giorni della Settimana Santa, sono veramente infiniti, e nella maggior parte dei casi hanno un forte valore metaforico e per questo richiamano un elemento simbolico nella forma o nella composizione.
Il piatto d’entrata tipico è il “Benedetto”, un particolare antipasto pugliese pasquale, chiamato così per via del ramoscello di ulivo messo sul piatto una volta pronto, in segno di benedizione per tutti gli invitati. Gli ingredienti sono prodotti tipici pugliesi come il capocollo di Martina Franca, con fette d’arancia condite con olio d’oliva, ricotta fresca, asparagi, taralli bolliti e uova sode.
Passando ai piatti principali, questi sono le uova e l’agnello tradizionale, preparato in vari modi come al forno con patate, arrosto o con del vino rosso, accompagnato dalla “Cuddhura” salentina, un pane pasquale a forma di colomba con l'uovo sodo al centro. In Salento, inoltre, durante il Venerdì Santo, si preparano “i cavatelli al vincotto” dove la pasta fresca fatta in casa viene lavorata con il vincotto bollente che gli dona un color rosso che rievoca il sangue di Gesù sulla croce.
L’agnello è rievocato anche nei dolci della Pasqua pugliese, con la ricetta del tipico “Agnello in pasta di mandorle”. Inoltre, tra i vari dolci, troviamo anche i tipici panzerotti ma in una gustosa variante, ovvero le “pastatelle pugliesi”, conosciute anche come “boconotti”, fatte con un impasto dolce ricoperto da zucchero a velo e farciti di marmellata alle ciliegie.
Infine, “la scarcella” simboleggia la liberazione dal peccato originale. Si tratta di un grande biscotto in pasta frolla, la cui forma è variabile; ma spesso la si può trovare sottoforma di colomba pasquale, che indica la nascita di una nuova vita, o di coniglietti o cestini, tutti decorati con uova sode o ovetti di cioccolato e confetti.