Salentoshire: masserie e trulli, gli indirizzi dell'estate
Piscine a sfioro e torri fortificate che diventano camere con vista.Così il mare è quasi un optional
Sono delle macchioline. Dei lampi chiari sulla terra rossa, nella campagna bruciata dal sole. Costruzioni antiche, sparse qua e là in quella fetta di terra tra il mar Ionio e il mar Adriatico in cui i vigneti e gli ulivi danno alcuni dei loro migliori frutti. Le masserie e i trulli fanno parte della fisionomia del Salento. Il più delle volte si nascondono nell’entroterra, protette da cinte di mura in pietra bianca. Ma alcune, la minoranza, sbirciano il mare dalle province di Brindisi, Lecce e Taranto.
Sono magioni che hanno vissuto due volte. Anticamente nate come fattorie, residenze di campagna con annesse stalle e depositi per stoccare raccolti e foraggi, sempre più spesso le masserie del Salento sono rinate come destinazioni turistiche. Il più delle volte di lusso (ma a prezzi contenuti rispetto alla bellezza delle strutture e dei servizi). Nelle aie dove un tempo beccavano il grano le galline, oggi si vedono piscine a sfioro e sdraio con candidi cuscini. I trulli una volta adoperati come fienili sono diventati appartamenti con letti a baldacchino dove è possibile regalarsi una vacanza in cui ci si sente coccolati, sì, ma al tempo stesso si percepisce di essere in un posto che ha già vissuto, che ha una storia.
Posta un pochino più in alto rispetto a tutte le altre, nella provincia nord di Taranto, c’è — dal 1710 — la Masseria Quis ut Deus: un complesso che originariamente prevedeva anche un fienile, una stalla, un posto per lo stoccaggio delle olive e una cappella. Ristrutturata senza alternane l’atmosfera (ma con ora all’attivo un ottimo centro benessere), questa masseria ha la vera caratteristica nelle camere, tutte arredate con legno naturale. In particolare, i letti sono delle imponenti sculture fatte di intrecci di rami e radici fossili scelte per richiamare gli uliveti che caratterizzano la zona. Ognuno di questi luoghi ha la sua storia. Non c’è masseria nel Salento i cui muri non abbiano respirato un passato che non c’è più, fatto di fattori e contadini, di pastori e feudatari che si incrociavano in quelle aie dove oggi chiunque può sorseggiare un drink a bordo piscina.
Fonte: Chiara Maffioletti, Tempi liberi di Corriere, 18/6/2012